La Bibbia e la sua storia

Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia. La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia” (Gesù, dal Vangelo di Matteo 7:24-25).

Il nome Bibbia deriva dal greco ta biblìa (i libri) ed indicauna raccolta di diverse opere, in origine indipendenti tra loro, che spaziano dalla prosa, alla poesia, alla storia, alla profezia. La Bibbia è stata redatta da circa 40 scrittori diversi, vissuti in epoche diverse ed appartenenti a differenti ceti sociali, tra cui profeti, pastori, re, sacerdoti, rabbini, medici e pescatori, in un arco di tempo di circa 1500-1600 anni. Tuttavia, nonostante la diversità degli scrittori ed il tempo trascorso, la Bibbia presenta una sorprendente unità.

La Bibbia si compone di due parti Antico e Nuovo Testamento, dette anche Patto, Alleanza. Queste espressioni derivano da un passo del profeta Geremia dove si parla di due patti e da una testo del Vangelo di Matteo che riporta le parole di Gesù pronunciate durante l’ultima cena.

Geremia 31:31/33: “Ecco, i giorni vengono, dice il SIGNORE,in cui io farò un nuovo patto con la casa d’Israele e con la casa di Giuda; non come il patto che feci con i loro padri … io metterò la mia legge nell’intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo”.

Matteo 26:27/28:Gesù, preso un calice e rese grazie, lo diede loro, dicendo: bevetene tutti, perché questo è il mio sangue, il sangue del patto, il quale è sparso per molti per il perdono dei peccati”.

L’insieme di tutti gli scritti che compongono la Bibbia, di cui si riconosce l’ispirazione divina, è chiamato Canone, una parola che deriva dal greco Kanon e che significa canna per misurare o regola. In alcune versioni sono presenti alcuni libri, o parti, detti deuterocanonici (secondo canone), conosciuti anche come apocrifi (da nascosto, in origine non riconosciuti ispirati), aggiunti al canone biblico nel 1546 dal Concilio di Trento, e sono: Tobia, Giuditta, Baruc, Siracide (Ecclesiastico), La sapienza, 1° e 2° Maccabei e alcuni brani ai libri di Ester e Daniele.

Fino all’invenzione della stampa i testi sacri furono copiati e ricopiati a mano dagli amanuensi (scrivani) con accuratezza e venerazione. I materiali usati furono la pelle d’animali, il papiro, un tempo abbondante nella valle del Nilo, e la pergamena, dalla città di Pergamo dove fu inventata. Con l’invenzione della stampa (1540) la Bibbia fu il primo libro ad essere stampato da Gutemberg. Molti manoscritti andarono persi o furono distrutti a causa delle frequesti persecuzioni.. Inoltre presso gli ebrei i manoscritti consumati dall’uso o con le parole sbiadite (essi usavano baciare le prime e le ultime parole del brano che leggevano) dovevano essere distrutte per non cadere in mani profane. Comunque sono tanti i manoscritti o frammenti di essi giunti fino a noi.

La Bibbia è il libro che ha esercitato un’influenza enorme sull’umanità, superiore a quella di di ogni altro testo religioso, filosofico o politico. L’arte, la letteratura, le leggi e le istituzioni hanno tratto ispirazione, direttamente o indirettamente, dalla Bibbia. I credenti di tutto il mondo hanno trovato, e trovano tutt’oggi, forza e conforto.

La Bibbia nel Medio Evo

La Bibbia di Borso D’este, riproduzione

Fin dall’inizio, la chiesa ebbe cura di tradurre gli scritti sacri nelle lingue locali dei luoghi che erano raggiunti dalla predicazione del Vangelo, perché tutti potessero ascoltare e capire la Parola di Dio. La più importante versione della Bibbia in latino fu la Vulgata di Girolamo, verso la fine del quarto secolo. Il nome Vulgata deriva da “vulgata editio” (edizione per il popolo).

Nel corso dei secoli il latino divenne sempre più una lingua dotta, lontana dalla gente comune (del resto in molti paesi d’Europa il latino non era stato mai parlato). L’analfabetismo dilagava tra ampi strati della popolazione e la Bibbia, poco per volta, diventò inaccessibile per il popolo. In questa situazione la conoscenza dei testi sacri fu un privilegio per pochi; l’insegnamento rimase nelle mani della chiesa. Gli unici mezzi a disposizione del popolo per comprendere le verità della fede erano gli affreschi o i bassorilievi di scene bibliche che ornavano le chiese, definiti “Bibbia dei poveri”. Allo stesso tempo, la Bibbia medioevale fu anche arte, bellezza e colore: i codici furono arricchiti da illustrazioni e preziose miniature. Fra tutte spicca la Bibbia di Borso d’Este, Duca di Ferrara (1455-1461). Un’opera in due volumi, celebre per la sontuosità, l’eleganza e la ricchezza delle sue miniature, tutte eseguite a mano. È conservata nella Biblioteca Estense di Modena.

IInoltre, verso la fine del Medio Evo, sorsero dei movimenti, considerati ereticali dalla chiesa ufficiale, che predicavano un ritorno alla lettura diretta dei testi biblici e che cominciarono a farli tradurre nella lingua parlata dal popolo. Il primo grande lavoro di traduzione della Bibbia in lingua volgare si deve a John Wycliffe che intorno al 1380 tradusse la Bibbia nell’inglese parlato dalla gente. In Italia, la prima traduzione in lingua volgare, fu la Dugentista, del XIII sec., nata probabilmente in uno di quei centri di fervore religioso, considerato ereticale, in cui si svilupparono comunità valdesi, albigesi ecc.

La Bibbia e l’invenzione della stampa

L’invenzione della stampa a caratteri mobili, attribuita al tedesco Johann Gutenberg, tipografo di Magonza, avvenuta intorno al 1452, fu una svolta storica di portata eccezionale per l’umanità. Il primo libro ad essere stampato fu la Bibbia, la Vulgata latina, nota come la Bibbia delle 42 righe, detta anche Mazzarina perché la prima copia di quest’opera fu trovata, nel XVIII sec., nella biblioteca del cardinale e statista francese Giulio Mazzarino. L’invenzione della stampa favorì il processo di alfabetizzazione che, poco per volta, avvicinò la gente alla cultura, alla conoscenza e, di conseguenza, alla lettura delle Sacre Scritture.

La prima Bibbia integrale in italiano volgare, tradotta dal monaco camaldolese Nicolò Malerbi, fu stampata a Venezia nel 1471. L’opera ebbe, nei trenta anni successivi, almeno 9 ristampe, di cui alcune arricchite con numerose illustrazioni. Nell’ottobre dello stesso anno fu stampata, sempre a Venezia, una versione anonima detta Jensoniana, dal nome del tipografo Nicolò Jenson. Nel 1532 uscì a Venezia,dalla tipografia Marcantonio Giunta, la versione integrale dei fiorentino Antonio Brucioli, tradotta direttamente dall’ebraico e dal greco. Nel 1538, di nuovo a Venezia, venne stampata la versione del domenicano Sante Marmochino. Intorno a queste pubblicazioni si sviluppò un grande fervore e parecchie persone tornarono a leggere la Bibbia. Anche la divisione della Bibbia in capitoli e versetti che conosciamo oggi, è legata al mondo della stampa: fu ideata dal tipografo francese Robert Estienne che, nel 1551, pubblicò a Ginevra il Nuovo Testamento nella versione di Erasmo. La prima Bibbia intera con la divisione in capitoli e versetti, la Vulgata latina, fu pubblicata dallo stesso Estienne nel 1555.

La Bibbia e la riforma protestante

Il 31 ottobre 1517, Martin Lutero, monaco agostiniano e professore di esegesi biblica, affisse sulla porta della cattedrale, di Wittenberg le famose 95 tesi con le quali attaccava il sistema delle indulgenze e il potere papale. Chiamato a ritrattare le proprie posizioni da papa Leone X, Lutero rispose bruciando pubblicamente la bolla pontificia. Lutero fu scomunicato il 3 gennaio 1521: quella fu la scintilla della Riforma protestante.

Il 4 maggio 1521, Lutero, di ritorno dalla Dieta di Worms, dove aveva difeso le su posizioni, esponendosi a grave pericolo di vita, fu salvato con un finto rapimento organizzato da parte dei suoi amici. Condotto al castello di Wartburg, vi rimase nascosto per 10 mesi durante i quali tradusse il NuovoTestamento dal greco di Erasmo. Nel 1534 pubblicò la Bibbia completa in tedesco. Fu un’opera di grande successo, che ebbe una grande influenza morale e che contribuì ad unificare la lingua tedesca.

La Bibbia ed il concilio di Trento

La questione delle traduzioni della Bibbia nelle lingue volgari fu affrontata ufficialmente dalla chiesa cattolica, nella primavera del 1546 durante i lavori del Concilio di Trento, detto anche della Controriforma. (si voleva bloccare o almeno limitare il diffondersi della riforma protestante). Per superare gli schieramenti ed il rischio di una spaccatura, in quella sessione, il Concilio deliberò di inserire nel canone biblico i libri deuterocanonici, decretò che la tradizione orale aveva lo stesso valore spirituale del canone scritto, sancì l’autenticità della Vulgata latina quale testo ufficiale della chiesa ed infine stabilì che la sola chiesa aveva l’autorità per l’interpretazione sia delle Scritture che della tradizione orale.

Con la successiva pubblicazione degli indici dei libri proibiti le Bibbie in lingua volgare finirono al rogo. In Italia, a partire dal 1567, per due secoli, non si registrarono pubblicazioni della Bibbia in italiano. Le uniche copie circolanti in lingua italiana giungevano clandestinamente dal Nord Europa. Soltanto nella seconda metà del ‘700, caduto il divieto di stampare la Bibbia in lingua volgare, l’arcivescovo di Torino (e successivamente di Firenze) Mons. Antonio Martini, per incarico del papa, tradusse la Bibbia in italiano dalla Vulgata latina. L’opera, considerata un capolavoro letterario, fu la prima versione cattolica in italiano, dopo il Concilio di Trento e fu stampata a Torino negli anni 1769-1781.

La Bibbia tradotta da Giovanni Diodati

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La Bibbia tradotta da Diodati 1641

Giovanni Diodati era figlio di esuli italiani che, a motivo della loro fede riformata, dovettero abbandonare Lucca, loro città d’origine, e rifugiare in Svizzera. Divenuto dottore in teologia e professore d’ebraico all’Accademia calvinista di Ginevra, nel 1607 pubblicò una nuova traduzione della Bibbia in italiano. Revisionata ed annotata dallo stesso Diodati, fu ristampata a Ginevra nel 1641. La versione Diodati, stampata nel Nord Europa ed introdotta in Italia clandestinamente, fu compagna di viaggio di generazioni di evangelici coi quali ha condiviso persecuzioni e roghi. Nel 1860 la Claudiana di Torino stampò 3.000 copie del Nuovo Testamento mentre l’intera Bibbia venne stampata a Firenze nel 1868 e, dopo la presa di Porta Pia e la sconfitta dello Stato Pontificio, fu pubblicata a Roma la grande Bibbia da Pulpito, nel 1875.

La Bibbia nel XX secolo

Il 1900 fu per l’Italia un tempo di risveglio; la presenza evangelica divenne più numerosa con una crescente richiesta di Bibbie. Così nel 1934 fu pubblicata una traduzione della Bibbia curata da Giovanni Luzzi e conosciuta come la Versione Riveduta. Anche in campo cattolico furono pubblicate nuove traduzioni della Bibbia: Garofalo, Ricciotti, Nardoni, Tintori e la CEI (Conferenza Episcopale Italiana), per citarne alcune. Finalmente il Concilio Vaticano II, con la pubblicazione del documento Dei Verbum, incoraggiò tutti alla lettura della Bibbia ed auspicò che si facessero ulteriori traduzioni in collaborazione coi fratelli separati, cioè gli evangelici. Nel 1968 venne pubblicata la Bibbia Concordata e nel 1985 uscì la TILC (traduzione interconfessionale in lingua corrente). In campo evangelico, sono state pubblicate la revisione della versione Diodati nel 1991, nota come Nuova Diodati, e la revisione della versione Riveduta nel 1994, conosciuta come Nuova Riveduta.

La Bibbia: scritta da uomini per gli uomini

La Bibbia non è un libro disceso dal cielo, ma Dio ha scelto uomini per parlare ad altri uomini, col linguaggio degli uomini. Ci racconta di uomini e donne vissuti in tempi e luoghi lontani dai nostri, eppure le loro storie, le loro esperienze di vita parlano di noi ed a noi. La forza d’animo e la fragilità umana, il dubbio e la fede, l’amore e l’odio, l’oppressione e la libertà sono tra i temi dominanti di questo libro. In questo modo la Bibbia diventa un libro attuale in cui ognuno può riconoscersi.

Per gli antichi ebrei era un preciso dovere fare della Parola di Dio oggetto di conversazione ed insegnamento nella propria famiglia. Per i primi cristiani era uso comune, negli incontri ecclesiali od in casa (le case private furono i primi locali di culto), la lettura sia degli scritti dell’Antico Testamento che degli scritti apostolici, ovvero quella parte che oggi conosciamo col nome di Nuovo Testamento.

Leggere la Bibbia oggi

Si racconta di una signora che iniziò a leggere un libro e, non trovandolo interessante, lo ripose nello scaffale. Qualche tempo dopo, durante un viaggio, incontrò una simpatica signora con la quale strinse una grande amicizia e ben presto scoprì che si trattava dell’autrice di quel libro noioso. Tornata a casa ricominciò a leggere il libro e con grande sorpresa lo trovò molto interessante: ora che conosceva l’autrice, ad ogni pagina era come vivere in prima persona le cose scritte nel libro.

Dice il profeta Osea: Conosciamo il SIGNORE, sforziamoci di conoscerlo! La sua venuta è certa, come quella dell’aurora; egli verrà a noi come la pioggia, come la pioggia di primavera che annaffia la terra” (Osea 6:3).

Entriamo dunque nelle sue pagine, incamminiamoci tra le emozioni della storia, il fascino delle profezie, la bellezza della poesia, la semplicità delle parabole, la potenza dei miracoli, per vivere da protagonisti la più bella storia d’amore, così come ci viene presentata dalle parole di Gesù: “nessuno ha amore più grande di quello di dare la sua vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, …” (Giov. 15:13/14).

Il cammino della Bibbia continua. Non privatevi del piacere di leggerla, iniziando dal Nuovo Testamento.

Bibbia Diodati da pulpito del 1875 (Mostra della Bibbia, Borgone 2003)

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